L’Iliade in testa a tutto. Ecco, lì c’è il bacio della Grazia in fronte all’orbita vuota di chi l’ha scritta. Si chiami Omero o qualsivoglia, l’Iliade è follia pura, nella versione di Einaudi. Tutte le altre sono da cestinare.
Così Carmelo Bene completa il «santuario» richiestogli da Dotto una notte estiva del ’97. L’intervista è riportata sul sito Kataweb (da L’Espresso).
«Versione di Einaudi» (sic): Calzecchi Onesti o Paduano? Dubbio non sciolto.
(Ma poi, predilige(va) la casa editrice al traduttore?)
Dubbio lecito. Ma l’intervista è del ’97 e l’ultima edizione Einaudi di rilievo è quella di Paduano: http://www.einaudi.it/libri/libro/omero/iliade/978884460019
E poi, dài, per me è ovvio che si riferisca a Paduano nell’edizione di pregio Einaudi-Gallimard.
Per te è ovvio, per me mica tanto! ;-)
L’intervista è del 1997, come l’edizione che suggerisci. Dunque, o in pochi mesi ha acquistato l’edizione della Pléiade e ha capito che tutte le altre sono da cestinare, oppure si riferisce all’edizione del 1991, riveduta «verso per verso» da Pavese.
Ora, da più parti leggo che Bene conosceva l’Iliade a memoria. Certo da ragazzo non avrà potuto imparare la traduzione di Paduano. Ma forse si riferisce all’originale greco, e stiamo discettando per bene, per nulla.
Mi documenterò e ti farò sapere. È ovvio che parliamo di nulla…
Ho letto il testo di Dotto con CB. Ma quell’estratto era un inedito; non ho trovato altro per ora. Quindi, fin qui, mi trovo costretto a doverti dar ragione…