“In Petra” ovvero “L’Imprudenza o Lu mastru Staci” di Domenico Tempio

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Teatro del Canovaccio di Catania (via Gulli, 12)
Da mercoledì 22 a domenica 26 aprile (ore 21,00; domenica ore 18,00),
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Il poemetto di Domenico Tempio L’imprudenza o Lu mastru Staci è un omaggio pirotecnico alla potenza di certi attributi naturali, con uno stile che piega la lingua al suo uso migliore: divertire, sollazzare, dare piacere.

In Petra 1Solitamente, di uno spettacolo teatrale tratto da un’opera poetica si dice che è una riduzione. Nel caso di questo allestimento di Nino Romeo si dovrebbe parlare di teatralizzazione poetica di un poemetto, perché di “riduttivo” non c’è veramente nulla. Anzi, se è lecito, bisogna riconoscere che i versi di Domenico Tempio brillano in tutto il loro splendore birichino e sovversivo, anarchico verrebbe da dire, quando accompagnati dalla fluida voce narrativa di Romeo stesso o quando popolanamente pronunciati da una magnifica Graziana Maniscalco, che è capace di esprimere con la dovuta ineleganza la carica erotica istintuale di Donna Petronilla, volgarotta, certo, ma tanto più sensualmente concreta. V’è una vis comica insospettabile nella figura incarnata da Graziana Maniscalco, in un’interpretazione perfetta, dai contorni che richiamano le antiche statuette belle e graziose di certi giardini dell’antichità priapea, agghindati però con abiti di sboccate dame popolari.

La scena è scarna, pressoché priva di scenografia, se non fosse che il vero e proprio contesto scenografico è dato dal coro che intona ritornelli di venditori, verdurai, spazzini, con frasi al limite dell’ossessività, che si imprimono nelle memoria per giorni e giorni. Il ritmo dei versi spumeggianti di Tempio è scandito dall’accompagnamento di percussioni atipiche, ossia dagli scalpellini che percuotono pietre laviche, musicati e orchestrati da Franco Lazzaro.

Lo spettacolo viene presentato anche come allestimento della memoria; ma se memoria c’è di queste cose, non si può dare che in forma di nostalgia, perché nostalgica è l’innocenza del sesso, nostalgico è il barocco che vuol riempire ogni buco nell’ansia dell’horror vacui, nostalgica è infine la sensazione che lascia a fior di pelle questa rappresentazione che ci restituisce un Domenico Tempio più vivo e vivace che mai, dove il sesso è la cosa più divertente che si possa fare senza ridere, ma in certi casi – e questo ne è un esempio – anche ridendo a crepapelle.

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