Sitosophia visita il Teatro Coppola

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Sitosophia ha fatto visita al Teatro Coppola, vecchia struttura abbandonata al centro di Catania e oggi occupata da lavoratori nell’ambito della cultura e dello spettacolo. Questo breve articolo vuole raccontare ciò che abbiamo visto, sentito e pensato durante la mattinata di ieri.

Il Teatro Coppola si presenta come un cantiere: i lavori sono in corso e proseguono senza sosta per poter consegnare alla città un luogo funzionante in cui promuovere e fare cultura, questa cosa dimenticata a Catania e, in generale, nella nostra società. Proprio oggi, 24 dicembre, parte la programmazione della prima settimana di vita “ufficiale” del Teatro, con spettacoli di vario genere: naturalmente teatro, musica, reading di poesie, interventi di vario genere.

Iniziando a leggere il manifesto dell’iniziativa non potevamo, anche noi ex (o quasi) studenti di filosofia (e non solo) che ruotiamo attorno a questo sito, non rileggere una parte della nostra storia:

Siamo lavoratrici e lavoratori siciliani della cultura e dello spettacolo: artisti, maestranze, operatori. Una forza sociale a lungo disgregata e invisibile. Siamo da sempre costretti alla fuga, a rincorrere nell’emigrazione o nell’accomodamento il senso di un percorso di studi, preparazione e passione; le prime vittime di una politica che non riconosce il lavoro culturale come risorsa economica e civile e continua a privare la nostra terra dei suoi innumerevoli talenti. Oggi vogliamo essere una forza unitaria, determinata a tramutare le nostre professionalità in bene materiale da mettere a disposizione della comunità.

tratto da Per un teatro dei cittadini

I percorsi di chi a Catania si è onestamente dato da fare per la propria formazione, per la propria città, per i propri studi, sono molto diversi ma troppo spesso convergono tristemente in un unico punto: l’indifferenza, l’ostruzionismo se non la cacciata da parte di amministrazioni e Università. Basti ricordare, come abbiamo già fatto qui su Sitosophia, l’esperienza di Step1, oggi rinata in CTzen.

Ma torniamo al Teatro Coppola. Il cantiere in cui entriamo riesce ad essere accogliente: il palco è già pronto; un’installazione di ombrelli colorati appesi al soffitto dà il giusto colore; lavoratori volontari (non importa se registi teatrali, musicisti o muratori) ci salutano armati di secchio e cazzuola, trovando il tempo di intrattenersi per un veloce scambio di vedute su Hegel. La nostra visita prosegue tra manifesti che raccontano la storia travagliata del teatro, che inizia nel lontanissimo 1820 e prosegue fino al totale abbandono di ieri.

Questa azione di occupazione e recupero del Teatro è qualcosa di raro e prezioso nella nostra città, in Sicilia e in Italia. Noi di Sitosophia abbiamo espresso ieri il desiderio di farne parte e di dare il nostro contributo e abbiamo ricevuto risposte più che positive, che ci fanno grande piacere. Sopra si è accennato alla cultura dimenticata dalla società; eppure, la questione può essere facilmente capovolta così: è la cultura ad aver perso il suo ruolo e ad aver dimenticato l’importanza e la potenza – prima di tutto politica – dei suoi linguaggi. Questo sarà senz’altro un grande tema di cui vorremo occuparci, aiutandoci con autori e testi non solo della filosofia.

Abbiamo dalla nostra una piccola (eppure non tanto) esperienza di attività di interesse filosofico che sfrutteremo, ma in modi del tutto diversi rispetto al passato. Da queste nuove iniziative, infatti, l’Accademia in quanto tale è del tutto esclusa, e ciò potrebbe giovare non poco al clima culturale che oggi è possibile respirare in via del Vecchio Bastione a Catania. Vi invitiamo a respirarlo insieme a noi e a partecipare attivamente o da semplici spettatori (essenziali all’arte e allo spettacolo quanto i lavoratori e gli artisti) alle iniziative del nuovo Teatro Coppola, teatro dei cittadini.

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