L’assemblea pubblica del Teatro Coppola

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L’ultima volta che Sitosophia ha fatto visita al Teatro Coppola era una mattina di dicembre e si respirava la polvere dei «lavori in corso» e il fermento della giovane cultura catanese. Una cultura che poco o punto ha che fare con le istituzioni. Da che mondo è ‘mondo’, è infatti il culto ad aver che fare con le istituzioni, non la cultura, che è affare completamente diverso — è la cura nel costruire la civiltà. Un lavoro ancora tutto da fare, dunque. E in questo fare, a distanza di quasi due mesi dall’avvio del progetto, il Teatro Coppola trova ancora la propria parola chiave. La polvere c’è e ci sarà sempre, come il fermento che ancora si respira in quell’accogliente sala del Teatro.

Ogni lunedì, alle 20.00, si svolge un’assemblea pubblica degli «occupanti» del Teatro Coppola, un’assemblea cui tutti possono e dovrebbero partecipare: si entra, si saluta, ci si presenta e si propone la propria idea, ascoltando quella degli altri e decidendo insieme il meglio per il progetto nel suo insieme. Personalmente, ho visto un gruppo di persone appassionate e fermamente decise a portare avanti questa idea comune che uno spazio pubblico sia una risorsa imprescindibile per una città abbandonata a sé stessa; o meglio — con le parole di Cesare Basile — una città che è arrivata a smarrire persino il proprio Sé e che quindi è abbandonata al niente. Idee come questa del “Teatro Coppola, teatro dei cittadini” ricostruiscono a fatica (ma con grande partecipazione di artisti e appassionati di cultura di tutta Italia) un’identità; questa piccola e nuova identità ricostruita serve ad accogliere le differenze lasciandole, per fortuna, nella loro propria costitutiva differenza: il Teatro Coppola accoglie senza unificare, unisce senza accentrare — è un progetto che vive immerso nel proprio contesto senza calpestare i piedi a nessuno, senza arrogarsi il diritto di essere l’unico (cos’è il diritto, poi, senza rovescio?).

Ieri sera ho visto offrire la propria collaborazione – quasi sempre di alta professionalità – da parte di fotografi, musicisti, attori, amanti delle lettere e operatori digitali, che hanno illustrato e proposto idee di workshop, letture, incontri di arte e spettacoli musicali, tutte idee eccellenti, ambiziose e ben accolte dall’assemblea, discutendone anche i dettagli e provando – fino a notte fonda – a capire quando, come e soprattutto con quali intenti inserire in calendario gli eventi. L’assemblea è uno strumento eccezionale, anche se faticoso (come ogni cura efficace), per discutere non solo di progetti ma anche di ciò che accade intorno alla città di Catania, per capire come dare spazio, come dare voce a chi a buon diritto la chiede.

Tra i tanti che hanno preso parola, anche noi di Sitosophia, dopo il sostegno offerto fino ad oggi con i nostri mezzi virtuali, ci siamo finalmente fatti avanti con un’idea precisa, con qualcosa da fare, accolta calorosamente in assemblea: un immemoriale per Bene. Proprio così: Sitosophia, con la Compagnia Gesticolando e Cristiano Nocera di Lavoro Nero Teatro, sta organizzando un non-evento che si terrà presto (bisognerà vedere quando e se è morto davvero Bene) al Teatro Coppola.

Invito dunque a partecipare alle assemblee pubbliche del Teatro Coppola e con piacere segnalo la nuova programmazione (da oggi a sabato) che ho visto strutturarsi davanti ai miei occhi, come davanti a quelli di tutti coloro che vogliono vedere cosa sta succedendo davvero a Catania. In una lezione su Hegel, Heidegger disse: «Noi neppure badiamo al fatto che molto succede ma poco ha efficacia».

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