Pillole di filosofia incerta

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Copernico era un briccone, ma aveva fede nell’occhio. Tuttavia aveva ancor più ragione Aristarco (se di ragione si può parlare in graduazioni) che secoli e secoli prima formulò l’eliocentrismo – mal di testa cosmico – osservando i suoi simili sanguinare. [Sai che fino a Galeno si pensava che le vene contenessero aria? Ma quindi il sangue usciva direttamente dallo spirito?] Non dovette nemmeno misurar le sue ansie col fardello di Scritture scritte da furfanti monarchici dello spirito: vide che mestruazioni e maree avevano un senso nel movimento, e pensò fosse cosa buona e giusta.

[Per quanto mi riguarda il sole potrebbe anche esser Dio, l’han detto tutti.]

E poi Kant volle far la sua rivoluzione copernicana come noi la nostra Nouvelle Héloïse o il nostro Tristam Shandy. Condannati al mal di testa d’una terra roteante, con Kant riconquistammo il centro dell’universo: il soggetto si fa sole attorno a cui ogni giorno nasce il mondo. Ma, d’accordo con Galileo, un sole macchiato, ché è un altro il Creator dei creatori; d’altronde anche Kant, come tutti i tedeschi, “usciva dalla sacrestia” con lo spirito pulito.

Lo spirito è uno scarto, un rifiuto della natura disinteressata. Non c’è spirito o intelletto del mondo, fantasticheria averroista, ma ce n’è uno dei malati se la loro malattia coincide con esso. «Il diventare coscienti, lo “spirito”, è per noi precisamente un sintomo di una relativa imperfezione dell’organismo, un tentare, un brancicare, un cogliere a vuoto, un affaticamento in cui viene logorata senza necessità molta forza nervosa» scrive Nietzsche sparando sulla croce rossa (del sangue di Cristo).

Ora il soggetto son io, è incontestabile, anche se non ho ancora capito se io è testa o cuore; e se fosse cuore – cuore vero intendo – sarebbe una trama di minuscoli atomi che spaiati mancherebbero d’animo. Le Rêve de d’Alembert te lo dice senz’arrossire: sei merda, o almeno lo sei stato o lo sarai. Passiamo dall’inanimato all’animato con nonchalance come quando facciamo rivivere nelle nostra carne il pollo appena banchettato.

Ora son io, fra poco sarai tu.

Che Copernico avesse ragione ci credo poco, soprattutto per il gusto di non credere, e poi perché son sicuro pensasse a qualche ragion confortevole per cui l’uomo avrebbe dovuto sorbirsi il suo mal di testa (insieme a sua madre) mentre quella palla di fuoco riposava in centro senza nemmeno aspettar l’estate per abbronzarsi.

È un cortocircuito. L’uomo è centro e periferia.

I non-moderni pretendono di non esser mai stati moderni, ma farebbero prima a trasformarsi in corvi o libellule. E gli antiumanisti pretendono di non esser umanisti, ma se realmente lo fossero non parlerebbero nemmeno di uomo. “Certo ma son uomini, come fanno a non pensar a se stessi e ai propri vizi?” Esatto. Non possono.

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