Alla faccia della tolleranza

Tratto da Laterza 2003, pag. 34
4 Comments

In un regno di pagani viene un gruppo di cristiani, piccolo e debole, privo di ogni cosa. Gli stranieri chiedono agli indigeni, da uomini a uomini, come si deve, gli aiuti per sopravvivere. Vengono loro concesse le cose necessarie, vengono assegnate delle sedi, i pagani e i cristiani diventano un popolo solo. La religione cristiana mette radici, si diffonde, ma non è ancora la più forte. Si coltivano ancora la pace, l’amicizia, la fiducia e si rispetta la giustizia. Ma alla fine i cristiani diventano più forti, perché vien fatto magistrato uno dei loro. Allora finalmente è tempo di rompere i patti, di violare i diritti, per cacciare l’idolatria, e questi buoni pagani, così scrupolosamente rispettosi del diritto, se non vogliono abbandonare i loro antichi riti e adottare quelli nuovi ed estranei, debbono vedersi privati della vita, dei beni e delle terre avite, anche se non peccano contro i buoni costumi e contro la legge civile. Dopo di che risulta apertamente a che cosa conduce il fanatismo per la Chiesa, quando è unito con il desiderio di predominio, e si dimostra con evidenza con quanta facilità la religione e la salvezza dell’anima servano da pretesto per l’ambizione e per le ruberie.

4 responses to “Alla faccia della tolleranza

    1. Quindi i cristiani possono smettere di essere tolleranti perché sono stati perseguitati? Il punto, infatti, è la «tolleranza»… Ma grazie per il tuo appunto storico a Locke.

  1. Prego. Comunque non dico che una delle due parti abbia mai avuto il diritto di non essere tollerante (ma che vuol dire tollerante in un mondo pre-illuministico? ) ma che il discorso di Locke inizialmente è di parte. Condivido l’esito cui giunge il suo pensiero ma pare che guardi i pagani come il popolo tollerante e rispettoso del diritto, sopraffatto a un certo punto da coloro che ha in precedenza amorevolmente accolto e che da sempre hanno covato odio. Le cose non stanno così. Innanzitutto, che io sappia, non vennero concesse ai cristiani le cose necessarie, né assegnate sedi, già nel 41 Claudio impedì che si riunissero insieme, nel 49 la prima persecuzione contro i Giudei tutti (cristiani inclusi, i quali nella coscienza romana non erano ancora diversi dagli altri giudei ma solo una delle loro sette). Già all’epoca i cristiani avevano proseliti tra le famiglie più illustri, nonostante ciò Paolo nella sua lettera ai romani (57-58)invita al rispetto delle autorità in quanto derivanti da Dio. Non mi pare insomma che ci sia stata una parte più rispettosa di un altra, o che sia risultata meno fanatica. Se da una parte sta Tertulliano con la “militia christi” dall’altra c’è Porfirio con il suo “Contro i cristiani”.. Detto questo vi faccio i complimenti per il vostro sito, che seguo sempre con piacere :)

    1. Credo che la questione (sinceramente, ora stiamo discutendo per un momento al di là delle intenzioni di Locke) sia che la religione cristiana – che della tolleranza fa vanto – rispetto all’altra religione, quella pagana, che difendeva com’è ovvio la propria esistenza e la propria autorità, sia risultata la meno tollerante delle due. Ma, tornando a noi, l’obiettività non è richiesta a Locke come non è richiesta a noi. Facciamo fare questo sporco lavoro agli storici; occupiamoci delle conseguenze delle nostre considerazioni. Ma non certo qui. Grazie ancora per le tue note e per aver espresso il tuo apprezzamento del sito: ci fa molto piacere! A presto!

Scrivi un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.