Giovedì 30 Gennaio 2014, ore19:30
Vai al sito: Teatro Coppola
«Partendo dal vangelo di Marco, il più antico (e il più enigmatico ed eversivo) dei vangeli canonici, per arrivare a Simone Weil, si vuole dimostrare (o meglio congetturare) la radicale alterità, estraneità, inappartenenza del cristianesimo originario, così come della fede dei mistici e degli eretici, rispetto alla storia, alle istituzioni, alle idee, alle norme e alle forme della civiltà occidentale e della “modernità”. Il cristianesimo di cui si parla è naturalmente un cristianesimo senza chiese, come sarebbe piaciuto a Gide; ed è un cristianesimo plurale, così come tanti e diversi erano i cristianesimi delle origini prima di essere soffocati dalle ortodossie. È fede e non “religione” e perciò aperta a tutte le fedi.»
Incontro con Antonio Di Grado, organizzato da Ateneo Libertario Etneo, presso il Teatro Coppola, dove – come sempre – l’ingresso è libero, con sottoscrizione volontaria.