9. «Lettere e filosofia»

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RADIOLAB – Il dormiglione
Stagione invernale. Puntata 9 – 3 dicembre 2012

La nona puntata della stagione invernale. In studio: Tony Falbo e Donatella Fiore, in compagnia dei «Fastidiatori». Ospite: Silvia Bellia, laureata in filosofia, scrittrice e curatrice di una rubrica letteraria all’interno del blog della rivista “Glamour”. A partire dalla interviste ai filosofi riportate all’interno di quella rubrica (in particolare si citano quelle a Giovanni Reale, Silvano Petrosino ed Ermanno Bencivenga), l’argomento della puntata è proprio il “rapporto” tra letteratura e filosofia, rapporto messo in discussione anche attraverso letture di confine.

La prima da Kafka, Piccola favola: «“Ahimè” disse il topo “il mondo diventa ogni giorno più angusto. Prima era talmente vasto che ne avevo paura, corsi avanti e fui felice di veder finalmente dei muri lontano a destra e a sinistra, ma questi lunghi muri precipitano così in fretta l’un verso l’altro che io mi trovo già nell’ultima camera, e là nell’angolo sta la trappola in cui andrò a cadere”. “Non hai che da mutar direzione” disse il gatto, e se lo mangiò».
La seconda da Valéry, Sul «Cimitero marino», e la terza da Fedro, Il lupo al cane: «Racconto in breve quanto dolce sia la libertà. Un lupo, abbattuto dalla fame, incrociò per caso un cane ben pasciuto. Come si fermarono per darsi i saluti: “Da dove ti proviene, ti chiedo, questo nitore? O quale cibo ti ha fatto così grasso? Io, che sono molto più forte di te, soffro la fame”. E il cane, candidamente: “Potresti avere la mia stessa possibilità, se disposto a prestare al padrone gli stessi servizi”. “E quali?”, disse il lupo. “Che tu sia custode all’ingresso durante la notte, che tu difenda la sua casa dai ladri”. “E già io sono disposto: ora patisco sotto la neve e sotto la pioggia, conduco una vita infame nel bosco: quanto mi è favoloso vivere sotto un tetto e senza affanni, saziarmi con cibo abbondante!” “Dunque seguimi!” E mentre procedono, il lupo s’accorge che il collo del cane è segnato dalla catena. “Amico, che significa ciò?” “È niente.” “Dimmi la verità, ti prego.” “Mi vedono assai furioso e, pertanto, mi legano, perché io riposi con la luce e sia vigile al ritorno della notte: libero, sull’imbrunire gironzolo dove mi piace. Il pane spontaneamente arriva e il padrone mi riserva qualche osso della mensa; i servi mi gettano dei tozzi e ciò che avanza da chi lo disdegna. Così, senza fatica, il mio ventre si riempie.” “Dimmi: ti è permesso, se vuoi, di andare via?” “No, in verità”, disse. “Goditi, cane, i beni che decanti: non mi va di regnare senza ch’io sia libero”».

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